In italiano Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), è una politica aziendale che punta a coniugare il profitto di un’azienda con l’impatto sull’ambiente e sul sociale. Ogni tipo d’impresa può infatti affrontare in maniera attiva la questione inserendo “[…] le attività a favore di società e ambiente […] nelle proprie operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate”.
Oggi i consumatori, ma anche il mondo del lavoro e le istituzioni, sono più attenti e attivi alle problematiche sociali e ambientali. Per questo motivo, e per migliorarela forza e l’impatto sull’immaginario del pubblico, le aziende stanno diventando sempre più responsabili e sostenibili.
Oltre a generare benefici per l’ambiente e la società, la CSR permette anche all’azienda stessa che l’adotta di trarre numerosi vantaggi.
Ovviamente, un comportamento corretto ed etico influisce efficacemente sulla gestione delle risorse naturali che di conseguenza influenza positivamente le comunità locali e la filiera produttiva – dai fornitori ai consumatori. Inoltre, aggiungendo anche una gestione responsabile delle risorse umane, migliora anche il rapporto lavoro/vita privata, la salute e la sicurezza dei dipendenti. Tutti questi aspetti oltre a generare benefici per i lavoratori ne portano anche all’impresa stessa: aumentando il coinvolgimento aumenta, di conseguenza, la produttività.
Ma non finisce qui. Una gestione più efficace delle risorse e una riduzione dell’impronta ecologica porta risultati positivi anche a tutte le realtà collaterali all’azienda: dalle comunità locali al territorio, dai fornitori ai consumatori.
Non possiamo dimenticare gli effetti positivi che si riflettono poi sull’immagine e sulla reputazione dell’azienda promotrice della CSR. E, se questa viene inserita correttamente nella pubblicazione dei bilanci, può diventare un vero strumento che prova quanto sia importante per l’ambiente, le persone e le aziende stesse.
“I dati del 10° Rapporto CSR sull’impegno sociale, economico e ambientale delle aziende in Italia, presentati a Roma dall’Osservatorio Socialis, parlano chiaro. […] Aumenta visibilmente la percentuale di aziende che ha già confermato il budget per il 2022 (65% rispetto al 40% del 2020); viceversa si è ridotta la quota di imprese che ha annullato o ridotto il budget (27%).” (https://www.osservatoriosocialis.it/rapporto-csr/)
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