I robot non sono tutti uguali. Si distinguono per dimensioni, portata, velocità, minore o maggiore flessibilità e in base a molti altri parametri. Le caratteristiche distintive dei Cobot – robot collaborativi – derivano dal loro essere stati pensati e costruiti per lavorare a stretto contatto con l’operatore anche senza barriere protettive e quindi progettati per rispettare stretti criteri di sicurezza, flessibilità e compattezza.
I cobot hanno un’ottima velocità di messa in opera e una grande precisione. Sono costruiti con uno o due bracci robotici con almeno sei gradi di libertà, ovvero capaci di compiere movimenti su sei assi perpendicolari. Ogni braccio inoltre può ruotare di 360 gradi grazie ai giunti sferici che permettono una maggiore flessibilità.
La caratteristica principale dei robot collaborativi è comunque la sicurezza: possono essere equipaggiati con un’ampia gamma di sensori, laser scanner e sistemi di visione che registrano movimenti dell’operatore e tempi di reazione.
Alcune delle attività che i cobot possono compiere sono: saldatura, avvitatura, lucidatura, assemblaggio, controllo qualità.
L’introduzione di soluzioni collaborative permette di coadiuvare lo spirito artigianale alla base di molte PMI italiane e gli alti volumi di produzione richiesti dal mercato, garantendo la completa sicurezza dell’operatore. Le nuove isole robotizzate liberano l’operatore da mansioni ripetitive e alienanti e spostano il focus sulle operazioni più delicate e ad alto valore aggiunto, aumentando allo stesso tempo la precisione delle operazioni. Un chiaro esempio di questa innovazione lo ritroviamo nel settore medicale, dove il lavoro umano e le mansioni dei cobot tendono ad integrarsi, consentendo al personale medico e sanitario di concentrarsi sui compiti più delicati, riducendo così molti rischi legati alla contaminazione.
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